Storia semplice di un semplice malato di cancro
Buona giornata , mi augura un vicino incontrandomi sulle scale . Buona !.... si fa per dire ; capita , a volte , che la vita riservi variabili non sempre prevedibili con razionalità . Qualcuno ha detto che è un po’ come un quadro appeso alla parete ; passano anni e poi , improvvisamente cade a terra . Il chiodo cede e non si sa perché . Legge di Murphy ? Boh !
…. Un foglio delle analisi del sangue , un normale controllo di “routine “ . In una postilla leggo : “ presenza di cellule atipiche “ . “ Non è niente , dice il medico ; rifacciamole “ . Ancora la stessa dicitura . “ allora provi a fare questo controllo “ e poi …” mi piacerebbe farla vedere da … “. Il nuovo mi prescrive altri esami ma mi consiglia pure di sentire il parere di … E’ la sindrome di Ulisse ; giri ,giri da uno all’altro e torni al primo . Ho la netta sensazione che vogliano farmi giungere alla conclusione senza dovermela dire .
Finalmente .. “ facciamo la tipizzazione “ e l’esito è scritto là , su quel foglio , nero su bianco .
Guardi che , secondo le nostre statistiche - dice il medico per farmi coraggio - il 50% ha una aspettativa di vita di oltre quattro anni !
Certo , ho apprezzato le sue buone intenzioni, ma l’altro 50 % ?- allarga le braccia come dire … “ cosa vuoi di più ? “ . Quando ti dicono che hai un cancro, ti stupisci, pensi di essere l’unico in quel momento a subire un torto, senti affilare la falce e ti si apre un mondo nuovo ; soprattutto ti si aprono gli occhi .
Esco con quel foglio in mano ; inconsciamente lo stropiccio, lo appallottolo, quasi per esorcizzare quella parola, per impedirle di uscire . A stento freno le lacrime ; persone che passano , ma non le vedo; qualcuno saluta , ma non lo sento . Li vicino bambini schiamazzano allegri e mi danno pure fastidio . E’ rabbia , rabbia impotente . Perché proprio io ? già , e perché non io ?
Passano i giorni ; divento sempre più scontroso e irascibile ; in casa non ho detto niente , o meglio , ho mascherato , in accordo col medico, come un problema di difese immunitarie ; mia moglie è troppo emotiva e i figli non saprebbero tacere . Non sanno darsi ragione de mutamento del mio carattere.
Nel momento in cui scopri di avere un cancro , esprimi nell’immediato tre sentimenti che non sono di negazione ma di reazione :
Stupore : mi chiedo cosa ho mai fatto per trovarmi in questa situazione
Rabbia : non capisco , reagisco d’impulso, mi dispero
Paura : mi pongo mille domande su cosa succederà , quale sarà l’evoluzione, come impostare la mia vita da ora in avanti . Mi chiedo come farò con i miei interessi, se cambieranno i rapporti in famiglia e con gli amici .
Poi Il condizionamento professionale ; subentra la parte razionale ; metto a posto le cose per “ il dopo “ , scrivo , e cerco di essere il più preciso possibile , le disposizioni per tutto . Finalmente giunge il momento dell’accettazione rassegnata . Inutile rimuginare sul passato e ricordare qualcosa che non torna più , altrettanto inutile fare progetti per un futuro che non arriverà ; meglio vivere , al meglio il presente .
Chiudo gli occhi e li riaprirò quando avrò la forza di volgermi indietro senza piangere e guardare avanti sorridendo . Alessandro Manzoni disse : “ chi sa sorridere è padrone del mondo “ .
Io che ho fatto gli studi scientifici, che ho sempre odiato come cosa inutile la filosofia, scopro che sto diventando filosofo e poeta . Apprezzo le cose semplici, il gusto dei cibi, la telefonata di un amico. Vedo tutto sotto un’angolatura diversa . Mi sorprendo ad ascoltare suoni che ho sempre udito ma mai ascoltato : il cinguettio degli uccelli all’alba … cosa avranno mai da dirsi ? . l’alito del vento tra le fronde che porta voci lontane … il mormorio dell’acqua nel ruscello . Guardo cose che ho sempre visto ma mai guardate : il fiorellino che cresce miracolosamente in una crepa del muro o in una fessura della roccia …. Una lunga teoria di formiche ; si incontrano , si riconoscono e proseguono nella loro frenetica attività .
Anche questa è vita e penso : dopo tutto , cos’è la vita ? nient’altro che quel lasso di tempo tra due eventi misteriosi e traumatici : la nascita e la morte . Vedo tra due giganteschi cumuli di nubi foriere di temporale, uno sprazzo di azzurro. E’ bello vedere l’azzurro del cielo. Sarà attraverso uno squarcio del genere che passerò per proiettarmi verso l’eternità ?
Incomincia il pellegrinaggio negli ospedali ; sale d’attesa piene di gente, ognuno con i suoi problemi . C’è che sta appartato , con la testa tra le mani , lo sguardo perso nel vuoto ; altri chiacchierano incessantemente, forse per allentare la tensione , un chiacchiericcio liberatore. Tutto un variegato campionario di umanità sofferente che , quando si sta bene, non lo si immagina .
Ai “ servizi “ mi sono scontrato con la mia immagine riflessa nello specchio e scopro quanto la realtà sfugga alle leggi della fisica conosciuta ; alle tre dimensioni canoniche , lunghezza , larghezza , spessore se ne è aggiunta una quarta : il vuoto ! Un vuoto che rispecchia quello della mia anima dove non c’è più la memoria del passato , è sparita la fiducia nel presente e manca del tutto la speranza nel futuro .
Siamo un numero ; avanti il 9 …, avanti il 10 …, solo un numero in attesa di sentire una parola di speranza . La risposta la si legge sul volto di chi esce con la borsa delle cartelle cliniche in mano e la testa china .
Ora la “ malattia “ la vedo come una normalità . In fondo è come un mutuo a tasso variabile che l’anima stipula con Domine Iddio per l’affitto temporaneo del corpo, finchè , un bel giorno , ti viene chiesto di estinguerlo . Allora c’è chi ricorre in Appello e va dai medici , c’è chi , sorretto dalla fede , ricorre anche in Cassazione, rivolgendosi ai Santi protettori per vedere se possono intervenire a dilazionare il saldo e rientrare in quel 50% che dicono le statistiche . Ma diranno poi il vero ? Churchill sosteneva che le statistiche sono come i costumi da bagno : lasciano vedere solo quel che non interessa !
Mi tastano, mi auscultano poi incominciano con una serie di domande che eufemisticamente definisco “ bizzarre “
1 – Ha un gatto in casa o altro animale ? No, rispondo ; le uniche “ bestioline “ che girano per casa so i tre nipotini .
2 - E’ gay ? No, le mie tendenze sono altre , da sempre .
3 – Si droga ? Amo la pasta asciutta, qualche volta , raramente un bicchiere di buon vino e , di tanto in tanto una pipata .
Ora fatta questa intervista che , per ragioni di spazio ho ridotto all’essenziale , si consultano per decidere il “ da fare “
Per completare l’intero ciclo di esami già fatti , manca ancora il midollo aspirato e la biopsia ossea .
Il primo si risolve con un dolore acuto ma breve e sopportabile ; sulla biopsia ossea , nonostante l’ematologo abbia operato con precisione e con ogni delicatezza, preferisco soprassedere , perché , per quanto mi sforzi , è un ricordo che non riesco a cancellare . L’ho detto al mio medico che , con la sua candida faccia “ di tolla “ mi ha risposto : “… ma , dai , è tutto passato ! “ Già è passato , ma il cavaturaccioli mi ha scavato alcuni centimetri di osso nella schiena senza che l’anestesia abbia fatta alcun effetto !
Comunque , durante la trivellazione ,nell’illusione di alleviare il dolore ho cercato di fare dello spirito e dire , rivolgendomi all’infermiera , poche , sofferte parole , mostrando indecentemente il mio lato “ B “ ; “ mi spiace presentarLe in questo momento la parte più irriverente di me “
Poi ancora altri esami ematici, ecocardiogramma : non ho epatiti, HiV, nessuna infezione, globuli rossi e piastrine OK, ma i globuli bianchi , i linfociti , neutrofili NO ! - Sento riaffiorare la falce .
Stanchezza, qualche modesta vertigine, leggera infiammazione del cava faringeo ; resto iperteso, irascibile , ma ho imparato valori come la pazienza , la tolleranza, il rispetto per le persone care a me vicine e per quelle che , in silenzio , cercano in tutti i modi di farmi sentire meglio .
Quando ho le “ paturnie “, le malinconie, mi chiudo in camera, leggo, dipingo e poi mi appisolo ; cerco così di superare il momento non facendo trasparire lo stato d’animo .
Da tutti mi sento dire : “ TI VEDO BENE “ e questo mi fa sorridere . C’è chi lo dice con convinzione ; è apprezzabile e lo considero come una nota di merito volta a sostenere una reazione alla situazione in cui mi trovo . C’è chi, non sapendo cosa dire , con un po’ d’imbarazzo, se la sbriga con la mitica frase . C’è poi chi , del tutto insensibile , esprime frettolosamente la valutazione di maniera, disquisendo poi su conoscenze per lo più da bar e facendo una tremenda confusione tra linfomi, mielomi, leucemie ,carcinomi …
“ Cogito , ergo sum “ diceva Cartesio . E’ una buona base per ragionare sulla vita ; caratterialmente però preferisco Eraclito che sosteneva che “ non si può entrare due volte nello stesso fiume “ . Non si può perché l’acqua scorre incessantemente ; è una metafora per dire che tutto ci sfugge continuamente tra le mani . La vita è proprio questo , un fiume in cui le certezze sono relative perché condizionate da mutevoli eventi, ma credo ugualmente nella vita, quella di un giorno come quella di un secolo e credo pure nell’uomo, nelle sue capacità, nella sua intelligenza , ma anche nei suoi dubbi e nei suoi errori .
Corro ; è una corsa contro il tempo e mentre corro per cercare il mio mondo, non mi pongo il problema di cosa , alla fine troverò, ma resta per me la sensazione speciale di come mi sento quando corro.
Cerco di smettere di dipingere con il colore della malattia ogni pensiero e ogni mia azione ; paradossalmente cerco di ritrovare il gusto di vivere ed il valore degli affetti che , nei ritmi frenetici della vita “ da sani “ si trascurano , con il coraggio di ogni giorno, nella consapevolezza che c’è sempre una sfida da vincere infondendo , spero , a chi leggerà queste righe e si trova nella stessa situazione , tanta fiducia, tanta speranza perché la vita lunga o corta che sia , è bella e merita di essere vissuta tutta , pienamente, sempre , con un occhio al presente , ma con tutti e due rivolti al futuro